In Sud America l’innovazione di SAEn e AirMixing M.I. non conosce ostacoli

Vista dall’Europa l’enologia del Nuovo Mondo, o meglio di quella parte che parla spagnolo, il Cile e l’Argentina, è sinonimo di vitigni internazionali e vini di bassa fascia.

In realtà al di là di alcuni stereotipi, viste da vicino le cose presentano molte sfaccettature. Ce ne siamo accorti da quando abbiamo cominciato a frequentare questi paesi, nel 2013 il Cile e nel 2014 l’Argentina, e a proporre le nostre tecnologie. Quelli che abbiamo conosciuto in questi anni sono due paesi, pur diversi tra loro per la struttura produttiva e per le condizioni politico-economiche, intenzionati a trovare nuove strade di qualità per i loro vini e uscire dalla logica unica dei vini di basso prezzo per la grande distribuzione. Produttori e imprenditori che hanno capito molto velocemente che la strada per la qualità passa per l’innovazione e per le nuove tecnologie.

Una velocità che ha stupito anche noi, abituati alla maggiore gradualità con cui i produttori europei sono portati a introdurre l’innovazione tecnologica nelle loro cantine.

Un approccio che ci ha portato in pochissimi anni a un grande successo di mercato, grazie soprattutto ad Air Mixing e a Saen5000, che oggi vogliamo raccontare.

Il Cile, grandi gruppi e mercati esteri

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La viticoltura cilena è fatta di grandi gruppi imprenditoriali come Concha y Toro, il secondo gruppo mondiale del settore vitivinicolo per superficie vitata, 10.804 ettari dislocati nelle tenute presenti in tutte le regioni viticole del paese e che ha recentemente inaugurato un proprio Centro di Ricerca e Innovazione.

Una superficie vitata quella del Cile di circa 120.000 ettari per 500 milioni di bottiglie molte delle quali destinate al mercato estero. I vigneti sono collocati lungo una fascia di circa 480 km nella Gran Vallata Centrale e i vitigni più presenti sono il Carmenere, il Cabernet Sauvignon e il Syrah per i rossi e lo Chardonnay e il Sauvignon blanc per i bianchi.

Sono i vini per i mercati esteri quelli sui quali i produttori puntano per una rinascita enologica e il rilancio del vino di qualità cileno, che li porti fuori della logica che legava fino ad alcuni anni fa il vino cileno ad un vino di basso prezzo realizzato nello stile enologico adatto soprattutto al mercato statunitense.

Le prime prove sperimentali con Air Mixing risalgono al 2013-2014 proprio in una delle tenute di Concha y Toro. I risultati arrivano poco dopo e le installazioni cominciano fin dalla vendemmia successiva e si intensificano nelle vendemmie 2015 e 2016 dopo i sorprendenti risultati del nostro nuovo Air MiXing M.I (ad Iniezione Modulata).

Per riportare alcuni numeri, successivamente alla prime prove, Concha Y Toro ha installato il sistema Air Mixing su 80 serbatoi in tutte le cantine del gruppo e gli altri gruppi hanno seguito il suo esempio, come RR Wines che ha installato il sistema gestito da Saen5000 su 148 serbatoi di cui 60 serbatoi con AirMixing, o come Vina Ventisquero che è arrivata a 50 vasche attrezzate con Air Mixing, per un totale di circa 200 Air Mixing gestiti da SaeN5000 e associati nella maggior parte dei casi al sistema di controllo della temperatura e alla microssigenazione, presenti oggi nelle cantine cilene.

Il grande interesse dei produttori cileni per il sistema Air Mixing® MI di macerazione a Impulsi Modulati di aria o gas inerte, è legato al fatto di poter trasformare qualsiasi serbatoio di stoccaggio, anche di grandi o grandissime dimensioni, in un vinificatore automatico in grado di gestire la macerazione delle uve rosse dando risultati di grande qualità.

I produttori poi si sono presto resi conto che i vantaggi non erano soltanto sul piano qualitativo: l’ottimizzazione della gestione dei tempi di produzione e dell’utilizzo di manodopera, con una maggiore facilità nella rotazione dei serbatoi e una riduzione dei tempi di svinatura, in realtà industriali di quelle dimensioni non sono aspetti secondari.

I nostri clienti ci hanno riportato a fronte di un impiego di due o tre persone per un tempo di circa dodici ore necessarie per la svinatura di un serbatoio da 2500 hl (!) vinificato in modo tradizionale, un fabbisogno di due persone per sole due ore in un serbatoio con Air Mixing dello stesso volume.

Senza parlare della qualità del lavoro (l’estrazione delle vinacce che restano più morbide è più facile e le parti solide restano pompabili senza necessità di sottoporle a forzature e azioni meccaniche violente).

Per fortuna qualche tentativo di plagio del nostro brevetto, oltre ad essere stato perseguito per vie legali, ha dimostrato il divario tecnico enorme rispetto al sistema Parsec evidenziando le solite problematiche che questa tecnica aveva prima della nostra recente innovazione e che avevano portato all’abbandono completo della tecnica di follatura ad aria compressa.

L’Argentina, una ripartenza

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In Argentina la viticoltura moderna è stata portata dagli immigrati europei alla fine del 1800.

I viticoltori italiani, spagnoli e francesi hanno portato con loro vitigni e tecniche viticole ed enologiche. Non sorprende quindi che accanto al Malbec, il vitigno simbolo del vino argentino, le varietà più coltivate siano il Cabernet e il Merlot, ma anche lo spagnolo Tempranillo e l’italianissima Bonarda.

Sebbene sia il quinto produttore mondiale il vino argentino è poco conosciuto all’estero e per lo più destinato al mercato interno. Le cantine presentano, rispetto al Cile, dimensioni e un livello di automazione minori. Anche se.. qualcosa sta cambiando e produttori più lungimiranti stanno puntando sulla qualità e sui mercati esteri.

Il nostro ingresso sul mercato argentino è stato più lento, in un momento in cui il paese, nel 2014, viveva una fase di profonda crisi economica e politica e gli investimenti all’estero degli imprenditori in nuove tecnologie erano aggravati da dazi pesantissimi.

Nonostante questo è proprio nel 2014 che il gruppo Peñaflor, la realtà più grande e significativa del paese (più di 6000 ettari vitati, dislocati nelle regioni di Mendoza, San Juan, Catamalca e Salta) decide di installare il suo primo impianto pilota: Saen5000 con gestione e controllo delle temperature, micro-ossigenazione e Air Mixing per cinque serbatoi da 500 hl.

I risultati sono buoni fin da subito e diventano eccellenti con la vendemmia 2015 grazie anche ad una maggiore competenza maturata nell’utilizzo del sistema, tanto che nel 2016 il gruppo decide di investire estendendo la tecnologia Air Mixing a tutte le sue cantine. Oggi in Argentina sono circa 100 le vasche sulle quali, in diverse cantine del paese, abbiamo installato Air Mixing.

Intanto nel 2015 la situazione politica ed economica, grazie all’elezione di Mauricio Macrì alla presidenza della repubblica, sta gradualmente stabilizzandosi e la riduzione dei dazi doganali sta riportando l’Argentina ad una reale economia di mercato.

Un sistema versatile per vasche di qualsiasi dimensione e forma

Il successo di Air Mixing in America latina lo abbiamo detto è legato alla possibilità di migliorare la qualità dei vini e al tempo stesso le condizioni e l’organizzazione del lavoro.

La modularità e la flessibilità del sistema lo rendono applicabile a serbatoi di diversa dimensione, forma e materiale, con la possibilità di personalizzare i programmi sulla base delle varietà, dei vini che si desiderano e dei tempi dei quali si dispone.

In Sud America abbiamo trovato una grandissima varietà di serbatoi per forma, dimensione e materiale e su tutti è stato possibile installare Air Mixing.

Dai serbatoi cilindrici in cemento rinforzato del Cile (gli unici ad aver sopportato le scosse ed essere rimasti illesi dopo il fortissimo terremoto del 2010), alle vasche di grandi dimensioni in acciaio (fino a 3000 hl) e a quelle in cemento di forma parallelepipeda più comuni invece in Argentina, Air Mixing ha dato ottimi risultati e ha soddisfatto appieno le attese dei nostri clienti.

 

 

 

 

 

 

 

 

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